Il capro espiatorio nel romanzo di Pennac
Daniel Pennac (Casablanca, 1 dicembre 1944), scrittore francese.
Il protagonista
de Il paradiso degli orchi di Daniel
Pennac svolge il lavoro di capro espiatorio per conto del Grande Magazzino di Parigi. Egli
infatti all’apparenza si occupa del Controllo Tecnico della merce ma in realtà
il suo lavoro consiste nel subire teatrali sfuriate e minacce di licenziamento
al fine di impietosire i clienti che si sono rivolti all’Ufficio Reclami. In
questo modo coloro che un momento prima erano decisi a far valere il loro
diritto di risarcimento per i danni provocati dal malfunzionamento dell’oggetto
acquistato, escono dall’ufficio con un forte sentimento di compassione nei suoi
confronti e convinti a ritirare il reclamo. Un astuto espediente per evitare
onerose spese in cause legali. Questo è il modo in cui il Signor Malaussène si
addossa le colpe del Grande Magazzino coprendo la totale assenza di controllo
delle merci.
È moralmente
corretto scegliere un capro espiatorio?
È moralmente corretto interpretare la
figura di capro espiatorio?
Bisogna apprezzare e rispettare chi sceglie questo
destino?
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